giugno 2006 - Anno I

Numero 7

NEWS

Autorizzazione del Tribunale di Napoli N° 70 del 26/10/'05 – Direttore responsabile: Giuseppe Del Rossi - www.ulixes.it - info@ulixes.it

Napoli

La frana di Ischia e il terremoto di Giava la natura è un insieme di sistemi complessi

di Carmen Milone


E’ molto difficile spiegare la complessità della natura e tutte le interazioni che esistono sul Pianeta Terra e nel Pianeta Terra. Osservando in profondità il nostro pianeta possiamo facilmente capire che non basta una semplice relazione a spiegare delle realtà, che purtroppo si sono verificate e si continuano a verificare in tutto il mondo.

Molti sistemi, scontrandosi danno luogo a dei fenomeni naturali poco piacevoli per l’uomo. Questi fenomeni sono infatti l’espressione della forza incommensurabile della natura: un terremoto, uno tsunami, un’eruzione vulcanica, una frana. Tutti questi fenomeni hanno in comune qualcosa: nascono per lo squilibrio di parametri fisici della geologia.

Due fenomeni si sono abbattuti i mesi scorsi che hanno scosso ancora una volta l’uomo: si tratta di due calamità avvenute in due luoghi completamente diversi e per cause completamente diverse. Ma anche qui la meccanica dei fatti mi ha spinto a trovare delle similitudini.Il 30 aprile 2006, un costone della spiaggia dell’arenella ad Ischia travolge con una colata di ghiaia e fango la frazione di Pilastri causando il crollo di una casa con sei persone. Un disastro questo, che si poteva sicuramente evitare. Già da tempo si sapeva che questa era un’area a rischio “frana”, in quanto costituito da terreni prevalentemente argillosi, giacenti su un piano alquanto inclinato. E nonostante questo era stato costruito.

Nei giorni che hanno preceduto questo episodio, le condizioni metereologiche non erano state delle più favorevoli, infatti c’erano state precipitazioni abbondanti. L’argilla, siccome ha un reticolo cristallino affine per le molecole d’acqua, si è appesantita come una spugna e la superficie dei suoi strati è divenuta scivolosa. Quindi come un una massa molto pesante per collasso è rotolata giù per il pendio e con la sua forza ha distrutto l’abitazione. La natura ha purtroppo risposto così alla pioggia, ritrovando un nuovo equilibrio.

Spostiamoci poi chilometri e chilometri più il là, nell’Indonesia, località investita il 27 maggio 2006 da un terribile sisma dalla magnitudo di 6,2 gradi della scala Richter. Ha seminato panico e causato la morte di più di 5000 persone fra la provincia di Yogyakarta e Giava. Anche qui la densità di popolazione è molto alta e si sa da tempo che questa zona è a rischio sismico trovandosi nella cosiddetta “Cintura di Fuoco”. Questo appellativo è usato per indicare una zona su cui si allineano come su una cintura gli ipocentri più frequenti dei terremoti e le eruzioni vulcaniche. E’ di “fuoco” perché le placche oceaniche e/o continentali entrano in

 

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In questo numero:

collisione, generando sismi e fusione della crosta. In Indonesia le due placche in collisione, avendo un comportamento prevalentemente rigido, hanno generato energia che si è sprigionata come quando si rilascia una molla dopo averla compressa.

Anche questa volta la natura si è comportata così per ritrovare un nuovo assetto. Il terremoto è stato infatti di origine tettonica (dovuto cioè alla collisione di queste grandi placche) ed è stata la risposta al continuo movimento di celle convettive incandescenti,che si trovano al di sotto della crosta oceanica.

Questo vuole anche dire che questa zona è soggetta ad episodi di questo genere. Infatti, ricordiamo che lo tsunami invase proprio queste zone. L’uomo quindi conosce i fenomeni naturali e le zone a rischio, può prevenire le catastrofi.

Raccontando di questi due episodi, è possibile osservare che pur essendo fenomeni così diversi sono simili per la loro dinamica: la frana di Ischia infatti è come se fosse stato un piccolo sisma, che ha distrutto un’abitazione e sicuramente il suo inizio sarà stato preannunciato da un boato come per un terremoto. D’altra parte un sisma come quello di Giava avrà generato sicuramente tante frane che hanno travolto più abitazioni. Quando si sviluppa un fenomeno, inevitabilmente se ne generano altri.

Quindi possiamo evidenziare come fenomeni, avvenuti per cause diverse, possano dare gli stessi effetti e come quindi la natura sia complicata. Essa non è statica ma dinamica, non si potrà mai generalizzare su di essa: i fenomeni naturali sono il risultato di interrelazioni fra sistemi complessi. Questi due esempi (ma ce ne sono tanti altri), mettono quindi in risalto che il motivo principale di queste “ribellioni” naturali sia dovuto proprio alla ricerca continua della natura stessa di nuove situazioni di equilibrio. 

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