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pagina 2

maggio 2006

Numero 6

Nel frattempo di recente Legambiente, che da sempre si è impegnata ad aiutare le popolazioni locali in ampia difficoltà, si è mobilitata ancora di più sul problema dello stato di contaminazione radioattiva di Chernobyl. A seguito dell’incontro tra il professor Shestopalov, specialista in Idrogeologia, il professor Sobotovich, direttore dell'istituto ucraino di Geochimica dell'ambiente e i delegati di Legambiente tenutosi a Kiev, è stato dedotto che nella regione contaminata vi è una concentrazione di plutonio pari a circa 100.000 curie per ettaro su una superficie di 900 chilometri quadrati. Secondo le previsioni, questa alta concentrazione, impedirebbe l'utilizzo del suolo per altri 200.000 anni.
Il tutto rende ancora più sorprendente il fenomeno naturale che si sta verificando nella “foresta rossa”.
Per il momento quindi il mondo si gode uno spettacolo naturale inconsueto, questa fauna selvatica che ha scelto di vivere in un posto completamente insolito. E scruta il tutto da lontano e in punta di piedi, con la voglia di non disturbare la nascita di questo nuovo paradiso naturale…. aspettando il risveglio di Chernobyl da un profondo incubo lungo ormai vent’anni.


Roma

Con Ismaël Ferroukhi
nel cuore dell’Islam

di Marika Guerrini


E’ storia d’amore il film di Ismaël Ferroukhi, il suo VIAGGIO ALLA MECCA, Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentis”, è storia d’amore.
Amore tra un padre ed un figlio, amore inespresso, che si nasconde dietro incomprensioni, dentro i silenzi. Storia di un amore che si scioglie lungo la via a loro insaputa, che si scioglie nell’abitacolo d’un’auto color turchese con uno sportello arancio, lì sul lato destro, quello del padre. Vecchia auto e vecchia valigia la sua, forse di trent’anni, forse la stessa che aveva portato con sè dal Marocco, dalla sua terra verso lidi stranieri, verso la Francia. Valigia da emigrante color sabbia dorata, colore del suo deserto. Valigia allora custode di speranze, di avvenire, ora di ricordi dal sapore di addio. E un tappeto preghiera.
Vecchia auto con uno zaino, piccolo, nuovo, del figlio, Rèda. E una tanica per l’acqua.
Storia di un amore che si scioglie nell’esprimersi dei contrasti, nei disaccordi delle soste, del cibo, degli incontri. Incontri mai fortuiti, ma posti lì dal destino quali monito o predizione. Chi o cosa veste i panni della vecchia signora che, senza alcun permesso, entrerà nell’abitacolo, nella loro vita, che li accompagnerà per un tratto, troppo tempo per il figlio. Questa vecchia ammantata di scuro che si esprimerà solo a gesti, con un gesto, che non proferirà parola, mai, che il padre accoglierà, comprenderà, di cui il figlio avrà paura. Chi veste quei panni: la tradizione, il senso ultimo della vita, entrambe?
E’ storia d’amore questo film di Ferroukhi, un amore che si snoda scena dopo scena, da una frontiera all’altra, tra

 

dogane e doganieri, che attraversa pianure, colline, montagne, che si snoda con ogni tempo, ogni stagione. Parigi, Milano,Venezia e poi giù lungo i Balcani, finché la cupola di Santa Sofia e i minareti della Moschea Blu non annunciano Istambul, la Turchia, per sostare e continuare ancora giù, attraverso deserti fino al lembo sud occidentale dell’Arabia Saudita, fino a La Mecca, appunto, méta del padre che l’adolescente Réda ha seguito per rispetto, null’altro.

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da catalogo 11° Festival Mediterraneo

Ma, La Mecca, per Ferroukhi, non è solo luogo fisico, è luogo interiore, di raccoglimento, di preghiera, ricerca simbolo d’ogni uomo qualunque sia il credo e se ci sia. Per giungervi il viaggio è lungo migliaia di kilometri, è pellegrinaggio fra tradizioni, costumi, pellegrinaggio tra generazioni di genti diverse in luoghi diversi, pellegrinaggio ognuno nella propria storia di padre e di figlio, tra oriente e occidente, occidente ed oriente. Perché questo sono anche Réda e suo padre, occidente ed oriente.
Migliaia di kilometri per giungere alla méta lentamente: perché non hai preso l’aereo? chiederà Réda a suo padre. L’acqua dell’oceano, salendo lentamente verso il cielo, si fa dolce. risponderà il padre.
Così attraverso il... lentamente, si approderà al miracolo dell’incontro di quest’amore che riuscirà totalmente a sciogliersi nel manifestarsi, in ginocchio, dinanzi all’ineluttabile, si giungerà ad una purificazione di entrambe, diversa per ognuno. Si giungerà e lo sguardo di Réda, per tutto il film volto quasi sempre verso il suolo, si volgerà al cielo nell’ultima scena sulla via del ritorno.

continua...

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