E la
conoscenza, l’essere attivi verso di essa è una prima buona mossa per
sfruttare i vantaggi della globalizzazione.
Una globalizzazione che, secondo la Mernissi, potrebbe portare ad un
turismo diverso.
Un turismo che
grazie alle nuove tecnologie di informazione e comunicazione possa
assumere sempre più i connotati di una vera e propria impresa civica.
Un turismo che “si sforzi di mettere in connessione coloro che condividono
la visione di un pianeta in cui la gioventù sia libera di scegliere, un
pianeta dove lo spaventoso orizzonte di violenza che Gorge Orwell ci ha
proposto nel suo 1984 sia per sempre relegato a un infausto passato”.
Avete messo
tutto in valigia?
Allora, buon
viaggio.
Bacoli
Lo studio del passato con la geofisica del futuro
di Carmen Milone
Da alcuni
anni, la geofisica sta diventando una scienza non più chiusa solo verso le
tematiche geologiche, ma si sta trasformando anche in scienza a servizio
dell’ambiente e dell’archeologia.
Dando uno
sguardo all’ Italia ci rendiamo conto quanto essa sia ricca di beni
ambientali e culturali ed in particolare quanto il napoletano sia
caratterizzato sia di ricchezze naturali che archeologiche. L’aspetto più
affascinante è come questa varietà di bellezze si sia fusa in modo unico
nella zona dei campi Flegrei. Nessun paesaggio riproduce un altro castello
di Baia, che nasce in rilievo sulla costa tufacea e che si staglia nel blu
del mare .Questa costa inoltre conserva antichi reperti sottomarini che
man mano stanno venendo a giorno grazie al lavoro di molto archeologi.
In questa
zona, sia sulla terra ferma che sotto acqua, ci sono tante testimonianze
che devono essere scoperte e valorizzate. A questo punto, a supporto di
questa ricerca, si affaccia questa scienza nuova che è la geofisica, lo
studio della variazione di parametri fisici legati alla natura.
Uno studio
approfondito del contesto geologico, diventa molto importante, perché è
necessario che il geofisico conosca che tipo di contrasti fisici vi
possano essere tra il background geologico e i lineamenti archeologici,
così da riconoscerli abbastanza immediatamente. Inoltre il geofisico deve
ricevere dall’archeologo delle nozioni sul tipo di strutture da ricercare.
L’analisi dei
dati acquisiti e l’interpretazione condurrà ad osservazioni utili per la
pianificazione di uno scavo archeologico. Grazie infatti a questi studi
che si esplicano mediante diverse metodologie geofisiche (spesso
integrate), sarà possibile indagare cosa c’è nel sottosuolo ancora prima
che si possa scavare ed invadere l’ambiente
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