Il
giro è grande, organizzato: spaccio di droga, pedofilia,
prostituzione. Vittime di vittime che procurano vittime. Fino ad ora i
ragazzi afghani erano rimasti fuori, incontaminati, incorrotti, per
loro scelta, dignità. Ora è accaduto, i più piccoli, i quattordicenni,
non tutti solo qualcuno, forse due o tre, non di più. Ma è accaduto.
Che importa il numero, non fa differenza.
Non era accaduto fino ad ora, gli afghani, l’abbiamo già detto, non
sono popolo distrutto nei valori, nulla hanno a che vedere con popoli
slavi o comunque dell’est europeo, popoli, per contraccolpo a passati
regimi, discutibili nel costume. Tutti sappiamo del dilagare della
prostituzione, della droga, della pedofilia nei paesi ex Unione
Sovietica, ma l’Afghanistàn non è così, eppure è accaduto. E’ bastato
che venissero qui, da noi che tutto lasciamo accada, sotto i nostri
occhi, voltando la faccia. Sì, sono clandestini, non esistono per
nessuno. Carne da macello per i nostri vizi, le perversioni, le nostre
malattie.
La notizia è fresca, accaduta ieri, solo ventiquattro ore, la melma
della corruzione, la più abietta perché su minori, perdoni il lettore
questo indugiare sull’argomento, ma la notizia non può essere taciuta,
non può essere taciuto il dilagare. Certo non servirà a nulla, nulla
cambierà, arresterà il dilagare, come fino ad ora, con altri, ma va
detto. Accade nella nostra capitale. Accade la notte, con le tenebre.
Con le tenebre un tipo di gente, troppa, “bene”, si aggira per strada,
in locali pubblici, in case private, festini, lì, spesso ignari,
ragazzini vengono portati, anche per stare al caldo. Non conoscono la
nostra lingua, non ancora. Lì, il passo, la mercificazione del corpo.
I soldi sono tanti, come le privazioni, la povertà, le case distrutte.
E lo spettacolo continua.
Il silenzio non può celare l’ignominia, può averne pietà, del tipo che
non è tra gli uomini o lo è di rado, ma il sipario va alzato su
notizie come queste. Va alzato comunque. Perché si guardi.
Si speri.
ULIXES: la dimensione cibernetica e i Campi Flegrei
di Peppe Del Rossi
Dopo anni
di rubriche, campagne informative, forum, Ulixes è diventato il
riferimento di una comunità di lettori-navigatori, un crocevia del
web, da cui ripartire verso luoghi lontani, grandi quanto il punto
d’inchiostro di una penna.
L’immenso spazio di riflessione che internet mette a disposizione dei
suoi “abitanti”, consente di fare confronti, stabilire correlazioni
tra gli eventi, che prima d’ora non erano nemmeno immaginabili, con i
tradizionali mezzi di comunicazione di massa: la notizia è trasmessa
quasi contemporaneamente al fatto appena accaduto ed è subito messa in
relazione, ad una moltitudine di altre notizie, con le quali deve fare
i conti.
Senza ombra di dubbio, abbiamo di fronte, un bel modello democratico
di esercizio della libertà di informazione e di espressione, che nei
prossimi quattro anni, nel 2010, raggiungerà, come importanza, la
televisione; anche le fonti
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di
produzione della notizia subiranno una trasformazione, in quanto, una
parte dei contenuti scaturiranno direttamente dai consumatori,
attraverso i blog e videoblog (Isimm 2006).
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da: “terra di miti,
leggende e paure” ed. medigraf |
Le culture
alternative degli anni ’70, avevano, forse inconsapevolmente,
anticipato questo passaggio ad una “società fredda”, dominata
dall’elettronica e dall’informatica, perché sono state le prime, ad
attraversare la perdita delle certezze personali e collettive.
Il proliferare, delle radio libere fu il primo esempio di informazione
diretta ed in molti casi, diventarono un laboratorio ricco di
esperienze, musicali e linguistiche.
Umberto Eco, lontano da pregiudizi allora molto diffusi, parlò, a
proposito dei testi musicali, di un linguaggio dissociato, fatto di
allusioni, apparentemente senza “nessi logici” e ciò nonostante,
perfettamente familiare e convincente per un ragazzo di quattordici
anni. (da: Sette anni di desiderio).
Internet è lo spazio dove si realizza la vecchia utopia dadaista:
“abbattere i confini tra arte e quotidiano” ed anche , il luogo dove
si sono avverate le “visioni scientifiche”, sulle quali, gli studenti
di fisica, amavano discutere fuori dall’aula, lontani dalla
noiosissima lezione di geometria.
La nuova geografia cibernetica ha fatto nascere, con modalità e tempi
propri, nuovi scenari di interazione umana, che stabiliscono un
rapporto di vicinanza, anche con le esigenze “immateriali” del
visitatore.
Quest’affascinante dimensione, traspare dai tanti messaggi lasciati,
anche solo per testimoniare il passaggio, sulle pagine di Ulixes e si
esprime attraverso una domanda, più
continua...
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