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pagina 3

febbraio 2006

Numero 3

 Il giro è grande, organizzato: spaccio di droga, pedofilia, prostituzione. Vittime di vittime che procurano vittime. Fino ad ora i ragazzi afghani erano rimasti fuori, incontaminati, incorrotti, per loro scelta, dignità. Ora è accaduto, i più piccoli, i quattordicenni, non tutti solo qualcuno, forse due o tre, non di più. Ma è accaduto. Che importa il numero, non fa differenza.
Non era accaduto fino ad ora, gli afghani, l’abbiamo già detto, non sono popolo distrutto nei valori, nulla hanno a che vedere con popoli slavi o comunque dell’est europeo, popoli, per contraccolpo a passati regimi, discutibili nel costume. Tutti sappiamo del dilagare della prostituzione, della droga, della pedofilia nei paesi ex Unione Sovietica, ma l’Afghanistàn non è così, eppure è accaduto. E’ bastato che venissero qui, da noi che tutto lasciamo accada, sotto i nostri occhi, voltando la faccia. Sì, sono clandestini, non esistono per nessuno. Carne da macello per i nostri vizi, le perversioni, le nostre malattie.
La notizia è fresca, accaduta ieri, solo ventiquattro ore, la melma della corruzione, la più abietta perché su minori, perdoni il lettore questo indugiare sull’argomento, ma la notizia non può essere taciuta, non può essere taciuto il dilagare. Certo non servirà a nulla, nulla cambierà, arresterà il dilagare, come fino ad ora, con altri, ma va detto. Accade nella nostra capitale. Accade la notte, con le tenebre. Con le tenebre un tipo di gente, troppa, “bene”, si aggira per strada, in locali pubblici, in case private, festini, lì, spesso ignari, ragazzini vengono portati, anche per stare al caldo. Non conoscono la nostra lingua, non ancora. Lì, il passo, la mercificazione del corpo. I soldi sono tanti, come le privazioni, la povertà, le case distrutte. E lo spettacolo continua.
Il silenzio non può celare l’ignominia, può averne pietà, del tipo che non è tra gli uomini o lo è di rado, ma il sipario va alzato su notizie come queste. Va alzato comunque. Perché si guardi.
Si speri.


ULIXES: la dimensione cibernetica e i Campi Flegrei

di Peppe Del Rossi


Dopo anni di rubriche, campagne informative, forum, Ulixes è diventato il riferimento di una comunità di lettori-navigatori, un crocevia del web, da cui ripartire verso luoghi lontani, grandi quanto il punto d’inchiostro di una penna.
L’immenso spazio di riflessione che internet mette a disposizione dei suoi “abitanti”, consente di fare confronti, stabilire correlazioni tra gli eventi, che prima d’ora non erano nemmeno immaginabili, con i tradizionali mezzi di comunicazione di massa: la notizia è trasmessa quasi contemporaneamente al fatto appena accaduto ed è subito messa in relazione, ad una moltitudine di altre notizie, con le quali deve fare i conti.
Senza ombra di dubbio, abbiamo di fronte, un bel modello democratico di esercizio della libertà di informazione e di espressione, che nei prossimi quattro anni, nel 2010, raggiungerà, come importanza, la televisione; anche le fonti

 

di produzione della notizia subiranno una trasformazione, in quanto, una parte dei contenuti scaturiranno direttamente dai consumatori, attraverso i blog e videoblog (Isimm 2006).

da: “terra di miti, leggende e paure” ed. medigraf

Le culture alternative degli anni ’70, avevano, forse inconsapevolmente, anticipato questo passaggio ad una “società fredda”, dominata dall’elettronica e dall’informatica, perché sono state le prime, ad attraversare la perdita delle certezze personali e collettive.
Il proliferare, delle radio libere fu il primo esempio di informazione diretta ed in molti casi, diventarono un laboratorio ricco di esperienze, musicali e linguistiche.
Umberto Eco, lontano da pregiudizi allora molto diffusi, parlò, a proposito dei testi musicali, di un linguaggio dissociato, fatto di allusioni, apparentemente senza “nessi logici” e ciò nonostante, perfettamente familiare e convincente per un ragazzo di quattordici anni. (da: Sette anni di desiderio).
Internet è lo spazio dove si realizza la vecchia utopia dadaista: “abbattere i confini tra arte e quotidiano” ed anche , il luogo dove si sono avverate le “visioni scientifiche”, sulle quali, gli studenti di fisica, amavano discutere fuori dall’aula, lontani dalla noiosissima lezione di geometria.
La nuova geografia cibernetica ha fatto nascere, con modalità e tempi propri, nuovi scenari di interazione umana, che stabiliscono un rapporto di vicinanza, anche con le esigenze “immateriali” del visitatore.
Quest’affascinante dimensione, traspare dai tanti messaggi lasciati, anche solo per testimoniare il passaggio, sulle pagine di Ulixes e si esprime attraverso una domanda, più

 continua...

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