CIAO MASCHIO di Valeria Parrella

Il 5 e il 6 marzo al Teatro Area Nord di Piscinola e dall’8 al 13 marzo alla Cavallerizza Reale di Torino, ritorna in scena Ciao maschio, lo spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Napoli, con Cristina Donadio, la partecipazione di Antonio Casagrande e la regia di Raffaele Di Florio.  

Una donna che ha superato i cinquant’anni si ritrova in una sola, assurda notte, ad aver a che fare con tutti gli uomini della sua vita. Incanto? Pazzia? Verità? Rappresentazioni della sua mente? Qualunque cosa essi siano Ella vi arranca dietro, li istiga all’azione e alla reazione, invoca il loro ricordo o torna a combatterli ancora una volta. Sono gli uomini di Ciao maschio(titolo che evoca e corrompe al tempo stesso il teorema cinematografico che fu di Marco Ferreri), figure fantasmagoriche come tutti i personaggi maschili messi in campo da Valeria Parrella, superbi contraltari a una donna che ha visto passare gli anni e gli amori e si ritrova a tirarne le somme. Un coro tragico di voci diverse, di tutte le età e tutti i registri, attorniano la protagonista senza nome di questa pièce teatrale.

regia Raffaele Di Florio

con Cristina Donadio
e la partecipazione di Antonio Casagrande

musica e suono Riccardo Veno
luci e fotografia Cesare Accetta
scene e video Raffaele Di Florio

attori in video Raffaele Ausiello, Antonello Cossia,
Paolo Cresta, Marco Mario De Notaris,
Stefano Jotti, Sergio Savastano

una produzione Teatro Stabile di Napoli

5 marzo ore 21.00 / 6 marzo ore 18.00
Napoli, Teatro Area Nord�
Centro Polifunzionale di Piscinola�
Via Nuova Dietro La Vigna, 20

8 > 13 marzo
Torino, Cavallerizza Reale
Via Verdi, 9
piazza municipio napoli – biglietteria: 081.5513396 – mail:info@teatrostabilenapoli.it – www.teatrostabilenapoli.it

La critica:
“Momento multimediale per Valeria Parrella, il cui Spazio bianco diventa film con Francesca Comencini, mentre ancora prima di uscire per i tipi di Bompiani l’ultimo scritto, Ciao maschio, risuona a teatro per la regia di Raffaele Di Florio. Succede a Napoli, in quella ribollente fucina creativa che è il Mercadante, dove le parole si travasano dalla pagina o dalla penna addirittura alla scena”. (Rossella Battisti, “l’Unità”, 6 novembre 2009)

“Cristina Donadio […] allontana qualsiasi retorica o compiacimento, ed entra ‘a cuore basso’, nella sua quasi nudità ospedaliera, in quel monologo interiore che è davvero un viaggio dentro il sé, quello proprio e quello dello spettatore che è disposto a riconoscervisi e coinvolgersi. […] E la regia di Raffaele Di Florio si affianca all’autrice e all’attrice inventando un meccanismo elementare quanto avanzato.  Una scatola cubica, trasparente e rotante, che l’informatica può affollare o rendere deserta; dove quelle figure maschili assise come una corte di giudizio sono contemporaneamente il banco degli imputati. Di Florio ci fa udire i loro vocii che non riusciamo neanche a comprendere, li fa svanire,  come i fantasmi che sono, in un respiro della protagonista. I suoni di Riccardo Veno, le luci di Cesare Accetta sono parte di questo piccolo miracolo fatto di cuore e di tecnologia”. (Gianfranco Capitta, “il manifesto”, 15 novembre 2009)

“Tutto si riassume e si esalta nella recitazione gelida, come un basso continuo della trepidazione esistenziale, adottata impareggiabilmente da Cristina Donadio. Al suo fianco il padre di Antonio Casagrande è uno squisito cameo”. (Enrico Fiore, “Il mattino” 4 novembre 2009)

“Ѐ bravo il regista Raffaele Di Florio a realizzare l’impresa di rendere visibile l’invisibile, grazie all’idea di una scatola velata, con proiezioni oniriche che si sfaldano e un potente loop sonoro di sottofondo, ideato da Riccardo Veno. Con un finale sospeso, come sospesa resta la questione affrontata: la riscrittura identitaria del rapporto uomo-donna all’alba del terzo millennio”. (Stefano de Stefano, “Corriere del Mezzogiorno, 5 novembre 2009)

“Ciao maschio gode dell’interpretazione di Cristina Donadio e Antonio Casagrande e della regia di Raffaele Di Florio, che nell’adattamento di questa sceneggiatura ha realizzato uno spettacolo audiovisivo assolutamente unico, una delizia per gli occhi e per le orecchie […]. Un’opera dove il teatro si incontra con il cinema in un mix di luci e ombre: uno show fatto di ologrammi e di immagini proiettate su veli trasparenti che fungono da interfaccia  tra il palcoscenico e il pubblico” (Lorenzo Iadicicco, “Roma”, 4 novembre 2009)

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