A BACOLI “ NON HANNO AMMAZZATO COMPARE TURIDDU ! “

Dopo un anno dal primo articolo, con il  quale  si richiamava l’attenzione su quest’insolito scenario, ora, la cosa ormai più evidente è il profondo deterioramento dei rapporti tra politica e cittadini, sull’immagine fatiscente di una delle città simbolo dei Campi Flegrei, circondata da colline in miniatura di rifiuti, che richiamano, sbeffeggiandola, la forma vulcanica del luogo, in un’ inconsueta colorazione naif da fermentazione.


Non c’è dubbio, che questo è stato il leit motiv dei volantini distribuiti nell’Arena di Baia domenica 8 luglio, dai giovani di Beppe Grillo di Napoli e dei successivi fischi per strada, scatenati dall’improvvisa entrata in scena del Sindaco di Bacoli che rivolgendosi ai manifestanti, poi riconosciuti come comitato popolare Fusaro-Cuma ha esclamato: ”Vergognatevi!” Tra il persistere dei fischi e forse qualche folata malsana scappata dalle “colline naif”  viene giù il sipario, gli organizzatori della serata decidono di annullare la Prima della Cavalleria Rusticana e qualcuno sembra aver sussurrato: ”non hanno ammazzato Compare Turiddu !”
Tra le tante cose dette su questo episodio, secondo i racconti di chi è stato presente, sembra che gli unici ad aver assunto un atteggiamento comprensivo e responsabile, siano stati sia gli artisti del San Carlo con il regista Maurizio Scaparro, sia le Forze dell’Ordine presenti alla manifestazione.
I primi per aver capito i motivi di preoccupazione di una popolazione realmente esposta ai rischi delle sostanze tossiche che provocano gravi danni  alla salute, i secondi,  le Forze dell’Ordine per aver riportato la calma tra i manifestanti, con grande senso di responsabilità, senza  ricorrere all’uso della forza.
Le serate delle prime a Teatro, nella  storia italiana hanno spesso evidenziato una conflittualità sociale e tra generazioni, ma questo non riguarda i cittadini di Bacoli, lo voglio chiarire solo perchè  sono convinto che quanto è accaduto, si poteva evitare, se l’iniziativa fosse stata pensata come un’ esperienza da condividere con tutta la città.
Lasciare nell’immondizia gran parte di Bacoli e liberare dall’immondizia solamente Baia,  il luogo dell’evento Lirico, è stato come innalzare una barriera che ha diviso la parte sporca dalla parte pulita. Un comportamento superficiale, oggettivamente irritante e provocatorio per i cittadini di una stessa comunità, costretti tra caldo e vapori puzzolenti ad assistere  alle ridicole acrobazie rasoterra dei cortigiani della politica locale e regionale.
Già l’anno scorso si era verificata, sempre in occasione della prima della Cavalleria Rusticana, la protesta degli ormeggiatori ed in quel caso si parlò di interessi corporativi,  adesso si punta il dito verso cittadini definiti da qualcuno “provocatori”, come se, improvvisamente a Bacoli si fosse risvegliata una diffusa ostilità verso il melodramma, alimentata da uno sparuto gruppo di untori.
Dal momento però che si tratta di melodramma e non di peste, per la quale ci penserà forse l’immondizia, qualche domanda sorge spontanea :
– perché non si è tentato di coinvolgere la cittadinanza , mesi prima,  con l’intento di fare della Cavalleria Rusticana, un’ azione forte di recupero d’identità, un’azione artistica contro il degrado ambientale ?
–  perché non si  riesce a creare una modalità di partecipazione e di condivisione  con i cittadini, affinchè le iniziative di promozione e  d’immagine , rientrino in un processo di rivalutazione più ampio della città?
– non è forse l’Istituzione pubblica che ha il compito di rendere chiaro  l’interesse comune di un’ operazione di immagine e di comunicazione?
Quando un Ente pubblico vuole gestire la sua comunicazione deve farlo con chiarezza e tenendo conto della complessità dei problemi e delle esigenze dei suoi cittadini, è questo il supporto necessario per entrare in una fase più evoluta della gestione della “cosa pubblica” e per rispondere alle esigenze di partecipazione e di democrazia reale dei cittadini.
Per definizione: “l’arena della comunicazione pubblica rispecchia sempre più la complessità e la stratificazione della società (molteplicità degli attori), dall’altra parte, anche i confini tra i generi comunicativi possono sfumare (molteplicità degli obiettivi)… ed è proprio l’attenzione sui bisogni e gli interessi dell’intera colletività (bene comune)  che differenzia la comunicazione pubblicitaria pubblica da quella più commerciale, che persegue evidenti finalità di profitto economico.
Non tenere conto di ciò, si rischia di recintare in un ambito ristretto, elitario, iniziative di indubbio valore artistico e di crescita non solo per Bacoli ma per l’intero territorio flegreo.
Un’esperienza simile, ma con una relazione con il territorio molto diversa, l’ho verificata  a Torre del Lago Puccini in Toscana, nel 2003, con “la Bohème”, nella stupenda messa in scena di Maurizio Scaparro con le scene e i costumi di Jean-Michel Folon; un evento eccezionale,  condiviso dai cittadini come in una coralità armonica ben affiatata, sempre pronta a trasferire   le  impressioni e le  informazioni sugli eventi internazionali di quel luogo, sentito come patrimonio  condiviso.
L’illusione di rilanciare il territorio flegreo, a partire da pochi eventi, seppur di grande spessore culturale, puntando unicamente sullo sfruttamento di alcuni siti archeologici, sganciati dall’intero contesto ambientale e relazionale, s’infrange sul devastato sistema dei servizi, inadeguati a garantire persino i diritti più elementari del vivere civile.
Un’anziana signora, seduta fuori gli scavi di Baia, la sera dell’8 luglio, confessa di percepire il problema dei rifiuti con la stessa ansia con cui ha percepito quello del bradisisma: esagerazione? Paura diffusa?  Sicuramente quest’affermazione è indice di uno stato di tensione costante, un continuo navigare in mare agitato dal quale l’ Istituzione Pubblica non  è vista come un porto sicuro.
I cittadini dei comuni dell’area flegrea e delle periferie di Napoli sono sottoposti continuamente alla logica dell’emergenza, diventata ormai una  modalità, che facilita le scelte “opportunistiche” di una politica oligarchica, che non vuole fermare il suo patetico galleggiamento nemmeno di fronte a problemi così gravi come quello della salute pubblica; e, nell’ultimo periodo, lo fa andando a riesumare addirittura, la disgustosa figura del pulcinella da bancarella, con ataviche predisposizioni culturali alla sporcizia.
Come dire: Abbiamo sempre avuto problemi di sporcizia, non è colpa nostra ! Poi si trova il cittadino americano a cui la cosa  non impressiona e a questo punto, con un salto indietro di 60 anni  il gioco è fatto: ecco, di nuovo Paisà!
La cosa che più intristisce di quest’ estate torrida e putrida, è proprio assistere all’ esternazioni di un’intera classe politica, che continua a gongolarsi nel brodo della propria cacofonia mediatica, unica nel suo genere, con l’aggiunta di condimenti speziati e dall’odore di “bufala”, solo perché, ha ragione Marco Travaglio, quando nel suo bellissimo libro “La scomparsa dei fatti” scrive:…in Italia i bufalari fanno fortuna… perché, sotto quell’ombrello protettivo, le bufale fanno curriculum.
Tutto quanto richiama ad una sorta di  teatro surreale al gusto forte di un disgustoso pastiche, i cui personaggi principali sguazzano tra banchetti di scenari degradati, intenti a perseguire un improbabile percorso di recherche de la fecalitè (Artaud ) (Là dove si sente la merda, si sente l’essere), che naufraga invece e miseramente, in un “interludio di coprofagia” (ingestione dello sterco per perversione dell’istinto della fame), consumandosi  all’interno di una competizione estremamente conflittuale tra le diverse Istituzioni Pubbliche, sotto gli occhi increduli e sulla pelle di centinaia di migliaia di cittadini.

Lascia un commento su "A BACOLI “ NON HANNO AMMAZZATO COMPARE TURIDDU ! “"

Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato


*