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pagina 4

giugno 2006

Numero 7

Campi Flegrei

Il Ritorno
delle Tartarughe Flegree

Il Parco Regionale dei Campi Flegrei promuove una campagna di avvistamento.

di Peppe Del Rossi


In queste notti d’estate, scrutando il cielo, non vi sarà difficile individuare la piccolissima costellazione della Lira, lo strumento musicale costruito da Ermes, con il carapace di una tartaruga, grazie alla luce emessa dalla sua brillantissima Vega, quinta stella più luminosa del cielo dopo Sirio, Canopo, Alfa del Centauro e Arturo.

La tartaruga, presente nei miti e nelle leggende di tutti i popoli della terra, è simbolo di forza e di saggezza, strumento divinatorio, immagine contemporanea di un mondo preistorico, avvolto ancora da un grande mistero.

Nel periodo estivo, la tartaruga marina, (la più conosciuta nel mediterraneo è la tartaruga comune chiamata anche: Caretta Caretta,), torna a riva sulla spiaggia dove 25 anni prima è nata e scava con gli arti una buca profonda anche 60 cm, nella quale vi depone dalle 80 alle 200 uova, fecondate nella stagione precedente o addirittura due anni prima.


Francesco Escalona,
Presidente del Parco Regionale dei Campi Flegrei

 

Dopo l’incubazione che può durare dai 30 ai 70 giorni, dipende dalle condizioni climatiche e dal luogo, le piccole tartarughe cercano di raggiungere subito il mare, affrontando un percorso pieno di pericoli : anche un ramo , per le loro piccole dimensioni, può risultare un ostacolo invalicabile.

Tutto quello che accade poi, per le “poche fortunate” che riescono a raggiungere il mare, rimane un mistero; il comportamento dell’età pre adulta delle piccole tartarughe, è poco conosciuto, si dice, che questo periodo della loro vita è definito “degli anni perduti”.

Due importanti Convenzioni Internazionali tutelano le tartarughe marine dal grave pericolo di estinzione : La Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie minacciate della Fauna e della Flora Selvatiche (1973) e la Convenzione di Berna sulla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa (1979). L’ Italia, ne vieta la pesca, la detenzione, il trasporto e il commercio.

Il 9 giugno scorso è stato predisposto un protocollo d’intesa istituzionale ed operativo permanente tra il Parco Regionale dei Campi Flegrei, presieduto dall’ architetto Francesco Escalona e la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, partendo dal programma di monitoraggio delle tartarughe marine, frequentemente avvistate nelle aree a mare del Parco dei Campi Flegrei: pochi giorni fa, sabato 17 giugno, ne è stata salvata una, dalla Guardia Costiera, arenata e in difficoltà sul litorale di Licola, un bellissimo esemplare di 80 cm dal peso di circa 60kg.

ll programma di monitoraggio è già partito e vede coinvolti operatori del mare ed associazioni culturali, che durante tutta l’estate monitoreranno la spiaggia Fusaro-Cuma per individuare i segni del passaggio o della presenza delle tartarughe.

L’iniziativa sta suscitando grande interesse tra i volontari e gli appassionati e grande è stato l’entusiasmo con cui hanno partecipato, nei giorni scorsi, alla dimostrazione, sulla spiaggia di Cuma, dove esperti della stazione zoologica hanno insegnato ai presenti, a riconoscere i segni del passaggio delle tartarughe.

Sono stati consegnati gli stampati, su cui ogni operatore deve annotare le sue osservazioni, oltre la data, l’ora e il luogo; un metodo scientifico, per un monitoraggio costante e permanente, i cui effetti benefici, come si è visto, non sono tardati a presentarsi.

Il lavoro costante, condiviso e partecipato è un modello con- vincente e il Parco Regionale dei Campi Flegrei lo sta adottando in tutte le sue molteplici attività: guardare e sentire prima, per stabilire un’armonia nelle azioni, senza le inutili e superficiali fughe in avanti.

Agire non per bruciare tappe, ma per trasformare e costruire. Come non ricordare a questo punto, ciò che disse la tartaruga alla lepre nella favola di Esopo: “L’importante non è correre, ma partire in tempo.”

continua...

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