Voglio
raccontarvi di un viaggio che ho fatto un po’ di tempo fa. Per questo
viaggio non ho preso nessun aereo, nessun treno, tanto meno una nave.
È stato un viaggio che ho compiuto grazie ad un libro scritto a mo’di
racconto da una brillante sociologa marocchina: Fatema Mernissi.
Il mezzo del mio viaggio si chiama dunque “Karawan. Dal deserto al web”.
Attraverso questo libro Fatema Mernissi accompagna per mano il lettore
alla scoperta di un paese speciale: il Marocco.
Non aspettatevi però il Marocco descritto dai media, dal senso comune,
abbandonate gli stereotipi del conflitto tra centro e periferia, tra
uomini e donne.
Lasciatevi trasportare nel Marocco Civico.
Capitolo dopo capitolo, viene a delinearsi un paese speciale, una cultura
sofisticata, coraggiosa ed in grado di far fiorire il paese e la vita dei
suoi stessi cittadini grazie alle nuove tecnologie di informazione.
Il Marocco civico è il risultato di un processo di democratizzazione
accompagnato dallo sviluppo delle tecnologie. Ma soprattutto un processo
di democratizzazione che si è reso possibile grazie all’accesso delle
classi sociali considerate inferiori appunto alle ICT (dal satellite al
web).
L’idea del Marocco civico si basa sulla cooperazione, sulla solidarietà,
sull’accesso alla conoscenza, sul forte aiuto da parte delle associazioni.
Una volta intrapreso questo viaggio, assisterete di fatto al
capovolgimento dei luoghi comuni.
Assisterete a cambiamenti che partono proprio dalla periferia, dai paesini
dell’Alto Atlante e dal deserto di Zagora e Figuig. Il rapporto tra centro
e periferia si ribalta radicalmente nel Marocco civico.
Sognerete di queste donne analfabete che, seguendo venere nella tessitura
dei loro tappeti, riusciranno a diventare indipendenti facendo del loro
mestiere una vera e propria arte. Matisse e Picasso ne rimasero incantati.
Forse vi meraviglierete di questo Marocco civico dei centri di ascolto e
degli Internet cafè, dove uomini e donne si aiutano l’un l’altra e
cooperano per inventarsi un futuro in cui la solidarietà sia la regola del
gioco. Nel paese
dove sono andata, una persona ricca non è chi ha denaro, ma colui che
padroneggia meglio l’arte della comunicazione.
Ed è proprio con la comunicazione che tutto ciò ha potuto prendere vita.
Dapprima il satellite ha permesso, soprattutto ai giovani, di conoscere un
mondo al di là dei propri confini territoriali, sociali e culturali.
Questa consapevolezza ha portato la popolazione ad attivarsi in questo
senso. L’accesso alla conoscenza, alle informazioni (attraverso internet
soprattutto), diventa fondamentale per rapportarsi con “il resto del
mondo”. Ma
attenzione, non parliamo di un rapportarsi passivo. Con internet i giovani
marocchini affermano la propria creatività, la propria arte, la loro
stessa cultura nell’intero globo. Ed ecco che la globalizzazione non ha
più le vesti di un fenomeno unidirezionale, ma finalmente si verifica un
feedback. Il
segreto è imparare a comunicare con il mondo, con gli stranieri.
Padroneggiare
l’arte di interpretare le differenze. continua...
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